“Raccontare con gusto”
Il testo su treppiede: un forno a cielo aperto
Dopo aver esplorato l’importanza del fuoco e del controllo del calore in cucina, vorrei portarvi con me in una nuova puntata di “Raccontare con Gusto”, per scoprire una tecnica antica, che affonda le sue radici nelle tradizioni contadine: la cottura nel testo su treppiede. Ringrazio Simonetta, che mi ha accolto nella sua casa, permettendomi di documentare una preparazione che realizza spesso per la sua famiglia. Questo metodo, oltre a dimostrare la straordinaria abilità dei nostri antenati nel cucinare in condizioni avverse, racconta una storia di ingegno, adattabilità e rispetto per la natura. Immaginatevi un paesaggio rurale, fatto di colline verdi e boschi rigogliosi. In questo contesto, le donne preparavano quella che oggi chiameremmo una “torta salata” o “torta verde”, con ingredienti semplici e genuini: verdure di stagione racchiuse in due strati di pasta matta, un impasto povero fatto solo di acqua, farina e sale. Ma ciò che rende unica questa preparazione non sono solo gli ingredienti, bensì la cottura. Il testo utilizzato in questa tecnica era un set di due tegami in metallo, solitamente di rame stagnato, uno leggermente più grande dell’altro, che venivano sovrapposti e posti su un treppiede in ferro. Questo set fungeva da forno portatile, permettendo di cuocere all’aperto, sfruttando i materiali che la natura offriva: arbusti leggeri, tralci di vite, foglie secche. La magia avveniva quando il fuoco veniva acceso sotto il treppiede e sopra il coperchio del testo. I tralci e gli arbusti, bruciando lentamente, generavano una brace leggera ma intensa, che avvolgeva uniformemente il testo. La cottura durava circa 20-30 minuti, durante i quali il calore avvolgeva completamente la “pasta”, cuocendola in modo uniforme sia sopra che sotto. Il risultato era sorprendente: una torta di verdure croccante e dorata, come se fosse uscita da un forno a legna. Ma con quel qualcosa in più: il sentore inconfondibile di fumo, che solo una cottura a cielo aperto può donare. Questa tecnica di cottura non era solo una dimostrazione di maestria culinaria, ma rispondeva anche a esigenze pratiche. Le donne preparavano queste “paste” per portarle nei campi o nei boschi, dove gli uomini lavoravano duramente. Grazie al testo su treppiede, potevano cuocere un pasto caldo e sostanzioso direttamente sul posto, utilizzando ciò che la campagna offriva loro per alimentare il fuoco. Oggi, riscoprire questa antica tecnica significa non solo rendere omaggio alle tradizioni, ma anche riappropriarsi di un modo di cucinare che rispetta i ritmi naturali, valorizza i sapori autentici e ci riporta a un contatto più diretto con gli elementi primari: la terra, il fuoco, l’aria aperta. Raccontare la cottura nel testo su treppiede significa celebrare un modo di vivere e cucinare che, pur essendo semplice, racchiude in sé una profonda conoscenza e rispetto per la natura e per i suoi ritmi. In un’epoca in cui la tecnologia domina le nostre cucine, riscoprire questi metodi ci ricorda che il vero segreto del cibo non risiede solo nelle tecniche, ma nella passione, nella cura e nell’arte di saper domare il fuoco.